EUROPA HA DELUSO I BALCANI.
Sono anni che l’Albania sta proseguendo, con fiducia e entusiasmo, il suo percorso per entrare a far parte della grande famiglia europea. Negli anni scorsi la rigidità del meccanismo di adesioni ha creato non pochi problemi al paese balcanico, ma la fiducia degli albanesi e il loro profondo sentimento pro-occidentale è stato più forte delle difficoltà. L’Albania ha, costantemente, armonizzato la sua normativa, adeguato la PA, dichiarato guerra alla corruzione e “ripulito” il sistema giudiziario. A quanto pare, però, tutto questo non basta all’Unione per riattivare i negoziati di adesione per Albania e Macedonia del Nord.
Mario Draghi, durante l’intervento al Senato del 21 giugno ha dichiarato:
“Il governo italiano è favorevole a far partire i negoziati di adesione con l’Albania e la Macedonia del Nord. Il Vertice di Bruxelles a fine mese rappresenta un’occasione per cominciare a guardare al futuro assetto dell’Unione, ai suoi confini, alla sua sicurezza”.
Il sostegno di tutti i paesi europei non è bastato, a quanto pare, a vincere la resistenza della Bulgaria.
Non poteva andare meglio per Bosnia-Erzegovina, che si è vista negare lo status di candidato, circostanza che sicuramente farà perdere fiducia nel sogno europeo alla popolazione di questo stato.
Il premier albanese, Edi Rama, ha avuto parole dure, che testimoniano la delusione del nostro paese nei confronti dell’Unione: “E’ vergognoso che un paese della Nato, la Bulgaria, stia tenendo in ostaggio altri due paesi della NATO, l’Albania e la Macedonia, nel bel mezzo di una guerra nel cortile di casa dell’Europa, mentre altri 26 paesi restano seduti e offrono uno spaventoso spettacolo di impotenza.”
Non si può non condividere in pieno queste parole. Il politologo ed esperto dei Balcani, Giorgio Fruscione, è stato ancora più duro, dichiarando che da almeno tre anni l’Europa si sta prendendo gioco dei due paesi candidati.
E’ arrivato il momento che i meccanismi e gli organismi europei vengano rivisti e ridiscussi, vista l’incapacità di poter prendere decisioni collegiali e l’impossibilità per i singoli stati ad esprimere in pieno le proprie potenzialità e unicità. Se l’Europa non sarà in grado di sottoporsi al cambiamento, i paesi ai suoi confini subiranno l’influenza delle forze esterne, che come dimostrano gli ultimi eventi, sono di grand lunga più pro-attivi della Vecchia Signora.#