L’INIZIATIVA D’INTEGRAZIONE ECONOMICA OPEN BALKAN.
Gli importanti fattori di vicinanza geografica tra di loro e con il mercato UE, la presenza di risorse naturali, minerarie e agricole e la giovane forza lavoro aiutano l’integrazione economica tra i 6 paesi dei Balcani Occidentali (Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Kosovo, Albania, Macedonia del Nord) e rappresentano il punto di partenza per le iniziative di creazione di un mercato regionale comune tra di loro. L’Iniziativa Open Balkan vede partecipi Serbia, Macedonia del Nord e Albania. Appoggiata da UE e USA, ha come esplicito obiettivo l’avvio di una zona politico-economica comune nei tre paesi che arrivi a implementare tra di essi le quattro libertà della UE (libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali). Gli altre tre paesi invitati (Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Kosovo) non hanno aderito.
Nata come idea da un piano d’azione preparato a Trieste (2017) durante gli incontri periodici del Processo di Berlino, l’Iniziativa prese formalmente avvio nell’ottobre 2019 a Novi Sad con la presenza congiunta di Serbia, Albania e Macedonia del Nord. I tre paesi hanno una popolazione congiunta di 12 milioni d’abitanti e costituiscono economie in crescita, con un volume commerciale tra di loro che supera il miliardo d’euro all’anno. Nel 2021 si sono già svolti tre vertici trilaterali di alto livello (presenti come capodelegazioni il presidente serbo Vucic e i premier di Albania e Macedonia del Nord Rama e Zaev) a Skopje, Belgrado e il 20-21 dicembre a Tirana. La dichiarazione congiunta di Skopje del 29 luglio ha immesso il nome Open Balkan ed ha annunciato la firma di tre accordi trilaterali sul responso comune a disastri naturali o di altro tipo (pienamente operativo), facilitazione di lavoro nei rispettivi paesi dei propri cittadini (il 40% delle imprese denuncia carenze di manodopera) e liberalizzazione del movimento dei beni dopo aver constatato che “i camion passano ancora più tempo alle nostre frontiere che sulle nostre strade”. I controlli alle frontiere per i cittadini e il commercio dovrebbero essere aboliti dal 1 gennaio 2023, causando un risparmio annuale stimato dalla Banca Mondiale a 2.71 miliardi d’euro. A Belgrado Vucic ha annunciato la rapida creazione di un organismo ad hoc dell’Iniziativa incaricato di ovviare ai problemi che emergono sul terreno e contattare i vari servizi doganali e le agenzie di controlli fitosanitari al fine di garantire lo snellimento delle procedure alle frontiere. Già in corso tra i tre paesi la promozione reciproca di turismo e viaggi e si valuta una più stretta cooperazione cinematografica, sportiva e gastronomica. A Tirana firmati gli accordi dell’Albania con Serbia e Macedonia del Nord sul riconoscimento degli operatori economici autorizzati sulla sicurezza. Il prossimo incontro si svolgerà a Skopje nel febbraio 2022.
Al fine di rendere la regione più attraente per gli investimenti, più competitiva con i grandi mercati e economie globali e fornitrice di energia sono al vaglio progetti nel fotovoltaico nella Macedonia del Nord, un corridoio ferroviario con partenza a Durazzo, collegamenti con le reti transeuropee del Ten-T Network, realizzazione a Skavica di un impianto idrico che dovrebbe rendere l’Albania esportatore di energia entro la fine del decennio in corso.
Al momento tra i tre paesi dell’Iniziativa l’Albania è l’unica ad avere la base legale per permettere la libera circolazione dei lavoratori dagli altri due. Nel commercio le imprese albanesi che esportano in Macedonia del Nord sono 371 e in Serbia 165 (57 delle quali specializzate nel settore agroalimentare). L’intensificazione dei commerci con Tirana all’interno dell’Iniziativa darebbe alle imprese serbe e macedoni (che hanno la residenza in due paesi senza sbocco marittimo) la potenzialità di raggiungere più facilmente l’Italia, specificamente tramite la rotta adriatica a Durazzo, porto del quale è previsto l’ampliamento.
Un report del 2019 della Banca Mondiale stimava un aumento di PIL reale del 6.7% adottando armonizzazioni economico-burocratiche all’interno di un mercato regionale comune dei Balcani Occidentali, regione che punta in blocco all’adesione nella UE, di gran lunga suo principale partner commerciale. L’Iniziativa Open Balkan rappresenta una accelerazione data da Serbia, Albania e Macedonia del Nord all’impegno dei 6 paesi dei Balcani Occidentali di costituire tra di loro entro il 2024 questo mercato basato sulle regole e gli standard UE. Dopo un rallentamento imposto dal Covid-19, la catena degli interscambi con l’Unione e il flusso di IDE (Investimenti Esteri Diretti) nei paesi balcanici sono ripresi quest’anno.
ARTICOLO DI GJERGJI KAJANA, GIORNALISTA FREELANCE