MANCANZA DI FORZA LAVORO E MIGRAZIONE; ITALIA ALBANIA, DUE PAESI A CONFRONTO
Sia Italia che Albania stanno sperimentando due fenomeni collegati tra di loro, la mancanza di forza lavoro e l’immigrazione incontrollata e incontrollabile. Questi fenomeni sono diventati parte importante del dibattito politico dei nostri due paesi. Abbiamo scelto di mettere a confronto le due realtà poiché, come sosteniamo da sempre, le economie dei due paesi sono profondamente collegate e si influenzano a vicenda.
L’Albania, negli ultimi 10 anni, sta sperimentando una forte mancanza di forza lavoro. I fattori che peggiorano questo dato, così come spiega l’economista albanese, Klodian Muco, in un articolo pubblicato sulla rivista Monitor, sono prima di tutto il saldo demografico e quello migratorio.
I giovani albanesi, causa lavori poco qualificati e sottopagati, nonchè un sistema sanitario inadeguato, lasciano il paese in modo continuo e massiccio. Ogni anno si allontanano dal paese quasi 55000 persone, con un numero sensibilmente in crescita delle figure degli operatori sanitari. La perdita di medici e infermieri, la formazione dei quali ha un costo che si aggira intorno ai 36.000,00 €, tutto sostenuto dallo stato, ha indotto il Primo Ministro, Edi Rama, a dichiarare che si sta pensando di trattenere le lauree dei medici e infermieri per alcuni anni, in modo da “obbligarli” a lavorare nel frattempo in Albania. Il Prof. Muco, invece, suggerisce una serie di soluzioni: sostegno economico o assunzione garantita per gli insegnanti, finanziamento per i giovani che intendono investire nell’agricoltura, 50 € al mese per ogni figlio da 0-6 anni, etc.
Anche l’Italia registra una forte mancanza di forza lavoro, seppur causata da motivi dissimili da quelli albanesi. L’occupazione totale nel paese è molto al di sotto della media europea, 58% contro il 68% della media UE e il 75% dei paesi del Nord Europa. I cittadini in età lavorativa sono più di 36 milioni, ma ne lavorano solo 22 milioni. Le cause sono diverse, carenza di professionalità, sistema inadeguato di incontro della domanda e della offerta, sistema scolastico che disconosce la meritocrazia e che non riesce a preparare a sufficienza professionalità tecniche. Di sicuro non hanno aiutato le misure assistenziali e previdenziali degli ultimi anni e si spera che il governo attuale possa ridurre in modo drastico la platea di chi beneficia attualmente del reddito di cittadinanza.
Come si vede, cause diverse, stesso problema. Come spiega il Prof. Muco la soluzione più immediata alla mancanza della forza lavoro è l’immigrazione.
Gli imprenditori albanesi stanno cercando e trovando lavoratori in Nepal e Bangladesh, aumentando in modo forzoso la spesa della mano d’opera, visto che devono pagare le spese per vito e alloggio. Questa soluzione, purtroppo, a volte risulta fallimentare, poiché gli immigrati che arrivano in Albania considerano questo paese come porta di ingresso in Europa e abbandonano il lavoro e le aziende appena hanno la possibilità.
L’Italia invece, non riesce a trovare la quadra ad una normativa sull’immigrazione totalmente sbagliata e arretrata. Prima di tutto si dovrebbe abbandonare la logica delle quote stabilite ogni anno, senza alcun riferimento alle necessità reali degli imprenditori. Le imprese devono essere libere di cercare e trovare forza lavoro in modo autonomo, mettendo in moto velocemente il meccanismo di nullaosta e arrivo in Italia dei potenziali lavoratori. Nel suo ultimo Dossier Statistico sull’immigrazione IDOS – Centro studi e ricerche in collaborazione con CONFRONTI, con riferimento al Decreto Semplificazioni, ha sottolineato che “Un provvedimento, questo, che apre alla possibilità di introdurre meccanismi di regolarizzazione permanente su base individuale, tenendo conto che, finché non si adotti una programmazione realistica dei flussi d’ingresso, i provvedimenti di emersione restano il principale strumento in grado di ridurre efficacemente le sacche di irregolarità, anche rispetto ai rimpatri.”
Per tutti e due i paesi il consiglio è lo stesso, qualsiasi misura vogliano intraprendere devono farlo in fretta, perché le imprese stanno soffrendo della mancanza della forza lavoro.